I New Combal Group

Una canzone di qualche anno fa recitava: “Come passa il tempo dai vent’anni in poi…”. Vero. La vita è un soffio. “Ieri avevo 18 anni, mi son svegliato ne ho quasi sessanta di più”, parafrasando il testo di un’altra.

Prima di “Radio Gattinara”, ovviamente, la musica è sempre stata in me, eredità di mia madre. Dopo la chitarra acustica regalatami dal Sole, i miei mi comprarono una Davoli Kobra, elettrica, nel negozio del Sargentin, in corso Vercelli, vicino alla chiesa di San Francesco, dove prenotavo  e compravo anche i miei dischi, da lui e dal Virgulto.

Con quella ho formato il mio primo gruppo. C’erano Francesco Pizzo alla batteria, Mario Sanna al basso e Giacomino Cacciamali all’organo. Avevamo suonato anche in una serata al Corona di Borgosesia e vinto un festival a Lenta. Ci avevano ingaggiato pure per una serata a Lozzolo. Volevano liscio e non ci avevano avvertito per prepararci un repertorio di valzer e mazurke. Abbiamo suonato i successi della hit parade e  quasi ci cacciano a pedate.

Poi mi hanno chiamato a far parte dei New Combal Group, seconda metà degli anni Sessanta,  e fu una gran bella esperienza.

Provavamo nella cantina della nostra tabina, La Bomba, in via Lanino, nel salone del vecchio cinema dei preti. Poi a suonare alla Lanterna Blu, al Corona, alla Meta di Galliate, anche al Le Roi di Torino. Non dimentico le serate nella balera di Roasio, dove spesso scendevo dal palco e ballavo, cantando con il microfono in mano.

Tanti ragazzi di allora, quasi tutti del ’50, facevano parte di quel gruppo e si avvicendavano  quando il militare chiamava: i gemelli Mantovani e Caligaris, Al Rampón Carlo Bigliocca, Al Ratet Roberto Manzino, Sergio Scardavacche, Ugo Scribante, Franco Zignone… Io ero il più giovane, del ’52 e, devo ammetterlo con il senno di  poi, anche il più capricciosamente stronzo…


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