Arturo viveva a poche decine di metri da casa mia. Andavo spesso a trovarlo, e lui mi faceva vedere i suoi quadri e mi parlava di quello che stava scrivendo.
Avevo comprato i suoi libri sulle storie, il dialetto e le tradizioni gattinaresi.
Il mio più grande cruccio è aver lasciato in Venezuela il suo “Vocabolario gattinarese/italiano”, ricco di illustrazioni e detti, che spesso consultavo per rinfrescare il mio bel dialetto che, purtroppo, sto dimenticando.
Il suo ”Strade” me lo regalò per recensirlo per La Stampa. Leggerlo, sapere dei suoi viaggi nell’America del Sud accentuò, forse, il mio spirito vagabondo.
Quando iniziammo con Radio Gattinara andai da lui e gli dissi. “Arturo, perché non registri delle cassette dove, in dialetto, racconti la storia della nostra Gattinara?”. Accettò subito. Gli portai un pacco di nastri della Basf e, qualche giorno, dopo cominciammo a diffondere la sua “Storia d’Gatinera”.
Chissà dove sono finite quelle registrazioni? Un omaggio prezioso alla nostra città e alla nostra cultura che, purtroppo, è andato perduto.
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