Che dire dell’orchestra La Muchacha? Mia madre me ne parlava con entusiasmo dicendo che andava ad ascoltarla e a ballare nell’allora salone dell’Enal.
Erano famosissimi e, per fortuna, esistono delle registrazioni di alcune loro canzoni che ho trovato in YouTube.
Avevano invitato mia madre, Giannina, che aveva una bellissima voce, a cantare con loro, ma in famiglia erano contrari. A quei tempi una ragazza cantante poteva essere sinonimo di scarsa serietà.
Ne ho conosciuto uno, Sole Caron Mazzola, che aveva una latteria, con sua moglie Nella, in corso Vercelli, non lontano da casa mia.
Quando Sole seppe che mi piaceva la musica e che desideravo cantare e suonare la chitarra me ne regalò una, una Eko acustica dalla cassa bianca. Erano i primi Anni Sessanta. Mia madre, con la sua Singer a pedali, cucì un fodero, color blu, che le calzava come un guanto, ricamandogli sul davanti, in rosso, un pentagramma che le avevo disegnato come esempio da seguire.
E con la mia Eko in mano percorrevo corso Vercelli fino alla Piazza Italia, dove sotto ai portici, nel cortile a fianco del tabachín dal Barzalín, c’era la casa di ringhiera, al primo piano, del mio primo maestro, Giuseppe Callegari, che suonava con i Gringos di Nino Ginex.
Il figlio di Sole, Savino, era un bravo cantante. Ci siamo parlati tempo fa, al telefono. Era alla Casa di Riposo dove purtroppo ci ha lasciato.
Ennio Marchetti
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